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Eni chiude una parte del petrolchimico
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Autore:  ryoga [ domenica 13 maggio 2012, ore 11:10 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

gianiro ha scritto:
toni62 ha scritto:
Da qui a dieci anni tutte le raffinerie italiane verranno chiuse.


si comincia da noi

e vai!

Autore:  ellenico [ lunedì 14 maggio 2012, ore 14:20 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

Però io terrei l'impianto d'imbottigliamento del GPL...però è meglio tagliare tutto,suvvia...quella era una idea se avessimo avto politici regionali migliori.
Perchè?
Bè,con un impianto d'imbottigliamento del GPL e un rigassificatore per il metano per l'auto,una compagnia energetica della Regione a capo....risultato= GPL = 0,60 euro a litro e metano giu di lì.

Lo so, è l'ennesima minc**ata che scrivo.Ho capito perchè quasi sempre sono io a scrivere per ultimo nei topic :( :(

Autore:  toni62 [ lunedì 14 maggio 2012, ore 15:31 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

ellenico ha scritto:
Però io terrei l'impianto d'imbottigliamento del GPL...però è meglio tagliare tutto,suvvia...quella era una idea se avessimo avto politici regionali migliori.
Perchè?
Bè,con un impianto d'imbottigliamento del GPL e un rigassificatore per il metano per l'auto,una compagnia energetica della Regione a capo....risultato= GPL = 0,60 euro a litro e metano giu di lì.

Lo so, è l'ennesima minc**ata che scrivo.Ho capito perchè quasi sempre sono io a scrivere per ultimo nei topic :( :(


Purtroppo questi sono solo dei sogni.

Non aspettarti mai che qual si voglia Ente Statale o privato che sia faccia degli sconti agli abitanti del territorio che sfrutta. :evil: :evil:

ovviamente parlo della sicilia

Autore:  ellenico [ lunedì 14 maggio 2012, ore 15:35 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

toni62 ha scritto:
ellenico ha scritto:
Però io terrei l'impianto d'imbottigliamento del GPL...però è meglio tagliare tutto,suvvia...quella era una idea se avessimo avto politici regionali migliori.
Perchè?
Bè,con un impianto d'imbottigliamento del GPL e un rigassificatore per il metano per l'auto,una compagnia energetica della Regione a capo....risultato= GPL = 0,60 euro a litro e metano giu di lì.

Lo so, è l'ennesima minc**ata che scrivo.Ho capito perchè quasi sempre sono io a scrivere per ultimo nei topic :( :(


Purtroppo questi sono solo dei sogni.

Non aspettarti mai che qual si voglia Ente Statale o privato che sia faccia degli sconti agli abitanti del territorio che sfrutta. :evil: :evil:

ovviamente parlo della sicilia



Avrei sperato che stavolta si interessasse un ente regionale,quindi un affare solamente siciliano...ma ahimè...cà nisciun tenn i'ppall! :(
Sarebbe un buon momento pr sfruttare l'autonomia siciliana e rilanciare i carburanti alternativi...ancora poco diffusi,considerati dei palliativi,lontani dai grandi interessi petroliferi e di conseguenza i progetti potrebbere essere più abbordabili.

Autore:  gianiro [ martedì 15 maggio 2012, ore 13:57 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

RAFFINAZIONE in italia
Quattro impianti
prossimi alla chiusura

Genova - Una crisi abissale apparentemente priva di vie d’uscita. Il settore della raffinazione soffre da quattro anni e il 2012 si annuncia essere il peggiore. Gli «impianti a rischio chiusura sono 4 o 5», denuncia l’Up. La Uilcem stima che il rischio di lasciare a casa «8-10mila addetti» sia «reale e quasi imminente». L’ultimo a lanciare l’allarme, pochi giorni fa, è stato Paolo Scaroni. «Se il mercato non riprenderà e se non si ridurrà la capacità produttiva europea - ha detto l’amministratore delegato dell’Eni - dovremo immaginare misure strutturali». Tradotto: in Italia occorrerà chiudere degli impianti.
Quindici (16 con Cremona, che ha chiuso) sono le raffinerie presenti a livello nazionale, per una capacità produttiva installata pari a 106 milioni di tonnellate l’anno - quando ormai c’è mercato solo per 78-80 milioni l’anno. L’Eni ha già disposto lo stop temporaneo agli stabilimenti di Porto Marghera (6 mesi da novembre) e Gela (due linee ferme per un anno), ma i prossimi provvedimenti potrebbero essere definitivi. Anche la svizzera Petroplus, il maggiore raffinatore indipendente europeo, ha disposto la chiusura temporanea di tre impianti.

L’Europa incide per il 17% sulla produzione mondiale, ma delle 98 raffinerie presenti a livello europeo ne sono già state chiuse nove, negli ultimi 18 mesi. «Altre dovranno chiudere», avverte Scaroni dall’Italia. Colpa dei consumi in picchiata e della concorrenza dei Paesi asiatici (rappresentano il 30% della produzione mondiale), che hanno costruito mega-impianti da 2 milioni di barili al giorno e operano in condizioni di maggiore efficienza grazie a costi (ambientali e del lavoro) molto inferiori ai nostri.
In termini di capacità produttiva, l’eccedenza italiana si aggira intorno ai 18-20 milioni di tonnellate e questo rischia «concretamente» di tradursi nella chiusura di impianti, con conseguenti tagli occupazionali. In Italia il settore della raffinazione impiega 18-20mila addetti, che salgono a 40mila con l’indotto. Negli ultimi anni i profitti delle aziende che operano nel downstream (raffinazione e distribuzione) si sono ridotti del 60-90%.
La crisi insomma, oltre che colossale è strutturale e lo conferma la generale fuga dal settore. Tamoil a Cremona ha chiuso nel 2011. Chi ha avuto l’intuizione di muoversi in tempo ha venduto e pure bene, come Erg che ha ceduto (rimane un 20%) l’impianto di Priolo ai russi di Lukoil. Altri si sono mossi più tardi e sono rimasti in attesa di un acquirente che non arriva: è il caso di Saras a Sarroch. Il problema è ben chiaro agli operatori.
«Sono quattro anni che denunciamo la crisi - lamenta Pasquale De Vita, presidente dell’Up - ma farsi ascoltare è stato difficile. La difficoltà della raffinazione italiana ed europea non è, come si pensava, congiunturale, bensì strutturale. E come tale va affrontata». A questo proposito è previsto il primo di una serie di incontro domani a Bruxelles: parteciperà anche l’Italia attraverso il ministero. Secondo De Vita l’incontro di Bruxelles rappresenta «un primo passo avanti». Le soluzioni al problema, tuttavia, non sono semplici e non saranno immediate.
«Le raffinerie asiatiche - dice il presidente dell’Unione petrolifera - operano in condizioni infinitamente più vantaggiose delle nostre, soprattutto in termini ambientali. Non chiediamo deroghe alle regole, ma di rivedere almeno parte della normativa: è necessario rimettere in moto il sistema delle bonifiche, per esempio, oggi bloccate perché troppo onerose e complicate». Secondo De Vita sarebbe utile anche cominciare a lavorare sulla «provenienza dei prodotti». «Senza cadere nel protezionismo - spiega - è necessario cominciare a fissare requisiti di impegno sociale e ambientale ai prodotti esteri, perché solo così si riesce a mettere gli operatori in concorrenza sullo stesso piano».

Autore:  toni62 [ mercoledì 16 maggio 2012, ore 4:35 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

toni62 ha scritto:
Da qui a dieci anni tutte le raffinerie italiane verranno chiuse.


Forse sono stato troppo ottimista (
o pessimista?
), :oops:
da qui a cinque anni........... [-o<

Autore:  Brazo [ mercoledì 16 maggio 2012, ore 8:44 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

Ridiamo??
http://www.quotidianodigela.it/index.ph ... Itemid=551

Autore:  ellenico [ mercoledì 16 maggio 2012, ore 15:45 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

Se non sbaglio,per i carburanti non si raffina più da anni il Petrolio locale ma quelo che arriva tramite petroliere.
La zozza flottiglia sembra avere addirittura "carta bianca" per quanto riguarda il lavaggio delle cisterne in mare.
Una volta era più frequente sporcarsi di catrame,per fortuna!
Però fattostà che l'acqua di mare puzza spesso di petroli!

Autore:  gianiro [ mercoledì 16 maggio 2012, ore 20:05 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

Il canale di sicilia è trafficato di navi che tasportano greggio altri materiali pericolosi.
Lavare le cisterne è certamente vietato in mare, ma i nostri controllori possono vigilre solo in acque nazionali.
Furbescamente e criminosamente, loro lo fanno in acque internazionali, poi le correnti le portano a riva, delle volte. Altre volte no.
Il fatto che abbiamo una raffineria c'entra ben poco, perchè a lavare le cisterne potrebbe essere navi di transito al largo.
_________________

Autore:  ellenico [ giovedì 17 maggio 2012, ore 17:22 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

Sarà perchè il canale di Siclia è molto trafficato e le correnti marine sono in grado di trasportare idrocarburi pr chilometri.Soprattutto perchè gli idrocarburi sono tra le sostanze meno decomponibili in assoluto.
Però le sciacquano le cisterne delle petroliere soprattutto di notte.

Autore:  ryoga [ sabato 19 maggio 2012, ore 14:21 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

ellenico ha scritto:
Sarà perchè il canale di Siclia è molto trafficato e le correnti marine sono in grado di trasportare idrocarburi pr chilometri.Soprattutto perchè gli idrocarburi sono tra le sostanze meno decomponibili in assoluto.
Però le sciacquano le cisterne delle petroliere soprattutto di notte.

:x ma a che pro? ma se servono a contenere sempre e solo petrolio, che sciacquano a fare??? :evil:

Autore:  toni62 [ sabato 19 maggio 2012, ore 14:55 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

ryoga ha scritto:
ellenico ha scritto:
Sarà perchè il canale di Siclia è molto trafficato e le correnti marine sono in grado di trasportare idrocarburi pr chilometri.Soprattutto perchè gli idrocarburi sono tra le sostanze meno decomponibili in assoluto.
Però le sciacquano le cisterne delle petroliere soprattutto di notte.

:x ma a che pro? ma se servono a contenere sempre e solo petrolio, che sciacquano a fare??? :evil:


In realta' hanno l'obbligo di lavare la stiva.
Esiste un regolamento in cui se non dimostrano che hanno effettuato la bonifica della stiva non sono autorizzati ad effetuare il carico.
Purtroppo fatta la legge...... spesso trovano chi fornisce loro delle attestazioni false. :x :evil:

Cmq devo dire che da quando é entrata in vigore questa legge da circa dieci anni, raramente ho trovato del catrame a riva mentre prima era un appuntamento annuale, almeno lungo le coste dei siracusano. :)

Autore:  gianiro [ sabato 19 maggio 2012, ore 14:58 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

Io raramente ho visto catrme a gela, negli utlimi anni mai.
Hanno l'obbligo, ma non di lavarli al mare.

Autore:  ryoga [ sabato 19 maggio 2012, ore 15:02 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

in effetti il ricordo del catrame risale alla mia infanzia....parlo di Gela

Autore:  ellenico [ sabato 19 maggio 2012, ore 15:50 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Eni chiude una parte del petrolchimico

ryoga ha scritto:
ellenico ha scritto:
Sarà perchè il canale di Siclia è molto trafficato e le correnti marine sono in grado di trasportare idrocarburi pr chilometri.Soprattutto perchè gli idrocarburi sono tra le sostanze meno decomponibili in assoluto.
Però le sciacquano le cisterne delle petroliere soprattutto di notte.

:x ma a che pro? ma se servono a contenere sempre e solo petrolio, che sciacquano a fare??? :evil:



Per i residui di paraffina.
Io ricordo quando lavoravo per un oleodotto, periodicamente si faceva la pulizia delle tubazioni: si faceva entrare nel tubo un pig(una sorta di carrello) che spingeva uno spugnone che ripuliva le pareti del tubo dai residui di paraffina.

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