In questo week-end a Gela ho riflettutto un po' sul mio rapporto con questa città, sulle mie radici che a volte ho creduto fossero state estirpate da Gela.
Non ho mai rinnegato le mie origini, non ho mai unito la mia voce al coro di quelli che sanno solo palrare male di Gela e ho sempre invitato i miei amici catanesi e venirmi a trovare per vedere che Gela é anche sole, mare e tanta gioventù.
Nonostante questo iniziavo a pensare che gli ultimi dieci anni, vissuti più a Catania che a Gela, avessero indebolito quel legame.

Sabato scorso sono stata ad un funerale alla Chiesa dei cappuccini. Tra i lavori al corso, i sensi unici e strade che non facevo da anni, mi sembrava di avere la conferma che Gela non é più la mia città: lì non so muovermi; non so dove comprare le schede di parcheggio; non so se effettivamente le controllano e che multa si rischia... a Catania invece ho sempre sia i tagliandi per il parcheggio che i biglietti dell'autobus pronti all'uso, conosco le interruzioni stradali per lavori... insomma so muovermi meglio...
Poi sono entrata in Chiesa, ho visto volti conosciuti (anche se non tutti riuscivo a collegarmi ad un nome), mi sono commossa per l'addio alla prof. e ho rivissuto i miei ann da liceale nelle parole che alunni e insegnanti avevano scritto per la prof.
Ho capito che Gela non può non fare parte di me, perché é lì che mi sono formata e lì che mi ha circondato l'affetto dei miei cari, la stima dei miei insegnanti, é lì che ho consolidato le più grandi amicizie che mi sono ancora accanto, é lì che ho riso e pianto, é lì che ho avuto le prime cotte (anche le seconde e terze...), le delusioni e un paio di storie importanti...

Non so dove mi porterà la vita, creerò la mia famiglia nel posto in cui io e giga troveremo lavoro e molto probabilmente non sarà Gela. Forse i miei figli vivranno Gela come io ho vissuto Caltanissetta, come una città che non é la loro e in cui i genitori li obbligheranno a passare le feste comandate; questo pensiero mi rattrista anche se, essendoci passata anche io, non potrò biasimarli...

Questo messaggio che può sembrare solo uno sfogo, una riflessione personale, in un certo senso é anche un grazie che rivolgo a tutti voi che mi avete fornito anche un motivo in più per ritrovare in me il legame con la città in cui sono cresciuta.
Grazie forum

quando studiavo a Catania per l'università e quando sono stata a Messina, anche se solo per due anni, ritornando a casa, a Gela, provavo tante volte la tua stessa sensazione, non sapevo delle interruzioni stradali, e di colpo mi torvavo in una strada che non riconoscevo più, ( anche oggi a volte mi capita comunque... ) oppure non sapevo dove andare a comprare delle cose che, fino a qualche settimana o mese prima, per me erano scontate...
Capita penso a tutti coloro i quali per un motivo o per un altro vanbno via dalla loro città di origine, si allontanano e ci ritornano solo per pochi giorni e in periodi limitati dell'anno. Ma, come hai detto tu, le radici che abbiamo, il legame che ci unisce a una città, non è fatto solo di cose fisiche, non avrò un legame con una città solo perchè so come muovermi e dove andare a comprare le cose....
viceversa, avrò un legame con la mia città se ne consoco il modo di pensare, i segreti, quei volti che all'apparenza non trasmettono nulla e che invece, per chi ci è cresciuto sanno parlare e molto!!!
Non credo che essendo cresciuta a Gela, almeno io, anche se mi dovesse capitare di abbandonarla ( speiramo di no) per lavoro, potrò staccarmi da lei e le mie radici saranno presenti e verranno fuori ogni volta che, ritornando, troverò quella parte di me stessa che, senza accorgermene, ho lasciato li...

Pensa che anch’io provo la stessa sensazione, anche se manco da Gela da 17 anni, vengo pochissimo e anche se (sensazione bruttissima) quelle volte che vengo e faccio una passeggiata non mi capita di salutare nessuno, eppure, se guardo il mare, o un dettaglio di un luogo, qualcosa nel mio cuore si sblocca e tutto quello che di questa città porto nel mio cuore di colpo viene fuori, ed è come se se tutto quello a torno a me mi chiamasse per nome e mi dicesse “bentornato a casa”. E sapete, in quel momento, mi nasce un sorriso spontaneo, come quando in mezzo ad una folla incontri uno sguardo amico.