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	Gela, eruttano i “vulcanelli” di fango 
        
        
            | Autore | Messaggio |  
			| gianiro City Keys Owner! 
					Data iscrizione: giovedì 21 dicembre 2006, ore 20:21Messaggi:  4083Località:  MACCHITELLA (GELA)
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				   Gela, eruttano i “vulcanelli” di fangoGela sta implodendo.      Gela, eruttano i “vulcanelli” di fango diGiuseppe D′Onchia - Pubblicato il 05 Maggio 2011 - 12:49
 
 Spettacolo insolito questa mattina in contrada Marabusca a Gela, in direzione nord, ad un paio di chilometri dallo stabilimento petrolchimico. I vulcanelli di fango, conosciuti in Sicilia come Maccalube, hanno eruttato. La genesi è da attribuire alla risalita sotto pressione, verso la superficie, di gas, (potrebbe trattarsi di gas metano) e acqua, attraverso discontinuità strutturali, fratture sulla crosta terrestre, o vere e proprie faglie. Quando queste miscele di gas, acqua, e minerali vari, attraversano formazioni argillose, come è nel caso della piana di Gela dove sono presenti nel sottosuolo strati di argille di diverse centinaia di metri di spessore, le sciolgono durante la risalita, e le eruttano formando sulla superficie terrestre questi vulcanelli. La loro formazione, in genere, non è legata ad un'attività vulcanica cosi come siamo abituati a conoscerla, con riferimento ai vulcani che eruttano lava come l’Etna, ma ad un particolare fenomeno che per somiglianza viene definito vulcanesimo sedimentario. Questi fenomeni – così come riferito la settimana scorsa da  Giuseppe Collura, Presidente Associazione Geologi della Provincia di Caltanissetta - sono assolutamente naturali, ed in quanto tali, non dovrebbero causare particolari preoccupazioni se non una attività di salvaguardia e messa in sicurezza del sito di affioramento. Nel caso di Gela, comunque è  necessario avviare una attività di attento monitoraggio per la presenza di pozzi petroliferi nel sito dove avviene il fenomeno. Una attenta attività di monitoraggio e controllo consentirebbe, qualora il fenomeno non dovesse stabilizzarsi e se lo stesso fosse legato ad una dinamica crostale più complessa, e cioè a “processi tettonici”, di attivare per tempo eventuali manovre ed operazioni di messa in sicurezza degli impianti o pozzi presenti. Questi avvenimenti debbono in ogni caso farci riflettere – sostiene ancora Collura - sul fatto che la nostra terra è una entità “viva” ed in continuo “Equilibrio Dinamico”. E con riferimento al territorio locale, bisogna tenere sempre presente che la città di Gela è classificata a rischio sismico. Queste semplici considerazioni dovrebbero stare alla base di ogni scelta di pianificazione territoriale, facendo in modo che le componenti naturali assumano un peso preponderante rispetto allo sfruttamento dissennato e pericoloso del territorio.
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 Attrezzatura e tecnica sono solo l'inizio. È il fotografo che conta più di tutto. (John Hedgecoe)
 
 
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